Gran Turismo 7: Il Simulatore Che Corre Contro Sé Stesso
Gran Turismo 7 si presenta come l’erede spirituale di una lunga tradizione di simulazione automobilistica, una saga che ha definito il genere su console sin dai tempi della prima PlayStation. Eppure, in questo settimo capitolo, la tensione tra nostalgia e innovazione è più evidente che mai. Polyphony Digital ha cercato di onorare il passato, ma nel farlo ha sacrificato alcune delle aspettative fondamentali che il pubblico moderno ha nei confronti di un racing game di alto profilo. GT7 è un titolo che, pur vantando una cura maniacale per il dettaglio e una passione palpabile per la cultura automobilistica, inciampa su aspetti tecnici e contenutistici che lo rendono meno incisivo di quanto dovrebbe essere.
Simulazione delle Gomme: Un’Assenza Che Pesa
Uno dei difetti più evidenti e paradossalmente più ignorati di GT7 è la mancanza di tracce visibili lasciate dagli pneumatici. In un gioco che si definisce simulatore, questa omissione è sorprendente. Durante derapate e burnout, il giocatore si aspetta di vedere segni di gomma sull’asfalto, residui che raccontano la storia di ogni curva affrontata al limite. L’assenza di questi dettagli visivi non è solo una questione estetica: è una falla nella simulazione stessa.
La fisica delle gomme, sebbene raffinata nei parametri invisibili, manca di un feedback visivo coerente. Il fumo prodotto durante le derapate è piatto, poco volumetrico, e non reagisce in modo credibile alla luce ambientale. L’aggiunta di effetti di fumo più realistici, insieme a suoni di backfire e fiamme dagli scarichi per tutte le vetture compatibili, sarebbe un passo fondamentale per restituire autenticità all’esperienza di guida. In un titolo che pretende di essere il punto di riferimento per la simulazione su console, questi elementi non dovrebbero essere opzionali, ma essenziali.
Fedeltà Visiva: Un Motore Che Non Spinge Abbastanza
Gran Turismo 7 è visivamente impressionante, ma solo in determinati contesti. Le sequenze in replay e le scene nel garage sfruttano il ray tracing, ma durante il gameplay vero e proprio, questa tecnologia viene disattivata. Il risultato è un’esperienza visiva che alterna momenti di splendore a sezioni sorprendentemente piatte. Su PlayStation 5, ci si aspetta che un titolo first-party spinga l’hardware al limite, e GT7 non lo fa.
La concorrenza su PC ha già dimostrato che è possibile offrire ray tracing in tempo reale, risoluzioni elevate e frame rate stabili. GT7 dovrebbe ambire a una modalità prestazioni che raggiunga i 120 FPS, offrendo al contempo una modalità grafica che mantenga il ray tracing attivo durante la guida. L’illuminazione globale, i riflessi dinamici e la resa dei materiali potrebbero essere migliorati sensibilmente. Al momento, il gioco sembra trattenersi, come se fosse ancora vincolato dalle limitazioni della generazione precedente.
L’Assenza del PC: Un’Ombra Sul Futuro del Titolo
In un’epoca in cui l’ecosistema PlayStation si sta lentamente aprendo al mondo PC, l’assenza di una versione di GT7 per questa piattaforma è una scelta difficile da giustificare. Non si tratta solo di una questione di accessibilità, ma di longevità. Un porting su PC, con supporto al cross-play, amplierebbe enormemente la base di giocatori, favorendo una scena competitiva più viva e diversificata. Al momento, chi vuole provare Gran Turismo 7 deve necessariamente acquistare una console PlayStation, anche se è possibile trovare offerte interessanti per chi cerca di acquistare giochi PS4 a poco prezzo, rendendo l’ingresso nel mondo GT più abbordabile per i nuovi utenti.
La mancanza di questa opzione relega GT7 a una nicchia, impedendogli di competere ad armi pari con titoli come Assetto Corsa o i vari simcade disponibili su Steam. Inoltre, il supporto al modding, che su PC è spesso il cuore pulsante della community, potrebbe dare nuova linfa al gioco, permettendo agli utenti di personalizzare l’esperienza in modi che su console sono semplicemente impossibili.
Il Legame con l’Auto: Un’Anima da Coltivare
Uno degli aspetti più affascinanti di GT7 è il suo tentativo di restituire al giocatore il senso di possesso dell’auto. Cambiare l’olio, lavare la carrozzeria, curare i dettagli: sono gesti che evocano una connessione emotiva con il veicolo, un’idea rara nei racing game moderni. Tuttavia, queste meccaniche sono appena abbozzate, e meritano di essere approfondite.
Un sistema di manutenzione più complesso, che includa la sostituzione di componenti, la gestione dell’usura e persino interventi estetici più articolati, potrebbe trasformare GT7 in un vero e proprio simulatore di cultura automobilistica. La personalizzazione visiva, attualmente limitata, dovrebbe essere ampliata con nuove livree, cerchi, interni e accessori. Il giocatore dovrebbe poter vivere l’auto anche al di fuori della pista, magari attraverso eventi sociali, raduni virtuali o showroom interattivi.
Contenuti: Una Gara Persa in Partenza?
Il confronto con Forza Motorsport è inevitabile, soprattutto per quanto riguarda la varietà di tracciati e vetture. GT7, pur vantando una selezione curata, risulta carente in termini di quantità. Alcuni circuiti iconici mancano, e la rotazione dei contenuti è troppo lenta per mantenere alto l’interesse nel lungo periodo.
Per diventare il punto di riferimento definitivo, GT7 dovrebbe espandere il proprio catalogo con tracciati reali e originali, includendo ambientazioni urbane, circuiti storici e percorsi off-road. Anche il parco auto necessita di un ampliamento: non solo supercar e prototipi, ma anche vetture quotidiane, modelli vintage e auto da competizione meno conosciute. Gli aggiornamenti dovrebbero essere regolari, e non limitarsi a piccole aggiunte sporadiche.
Il Peso della Tradizione: Quando la Nostalgia Diventa Zavorra
Gran Turismo 7 è intriso di reverenza per il proprio passato. Dalla colonna sonora ai menù, fino alla struttura delle missioni e delle licenze, tutto richiama l’epoca d’oro della serie. Ma questa fedeltà al retaggio diventa un’arma a doppio taglio. Il gioco sembra spesso più interessato a celebrare ciò che è stato, piuttosto che a esplorare ciò che potrebbe essere. Il risultato è un’esperienza che, pur raffinata, appare datata.
La struttura episodica della modalità single player, con dialoghi prolissi e motivazioni dei personaggi ridotte a cliché, ricorda più un visual novel che un racing game moderno. Il ritmo è lento, e la progressione troppo lineare. L’assenza di scelte significative o di ramificazioni nella carriera rende il tutto prevedibile. In un’epoca in cui l’interattività e la personalizzazione sono al centro dell’esperienza videoludica, GT7 si accontenta di riproporre formule già viste, senza il coraggio di reinventarle.
Intelligenza Artificiale: Un Pilota Fantasma
Un altro punto critico è l’intelligenza artificiale. Le gare offline soffrono di un comportamento dei piloti avversari che oscilla tra l’eccessivamente passivo e l’irrealisticamente aggressivo. Gli avversari non reagiscono in modo credibile alle manovre del giocatore, non difendono la posizione, e spesso sembrano seguire traiettorie predefinite, ignorando completamente il contesto della gara.
Questo problema mina la sensazione di competizione, rendendo le gare offline poco coinvolgenti. Già in Gran Turismo Sport si era notata una certa rigidità nell’intelligenza artificiale, con avversari che seguivano traiettorie predefinite e raramente reagivano in modo realistico. Purtroppo, Gran Turismo 7 eredita gran parte di queste limitazioni, senza introdurre miglioramenti sostanziali. L’introduzione di un sistema di AI dinamica, capace di adattarsi allo stile del giocatore e di simulare strategie reali, sarebbe un passo avanti fondamentale. Senza una sfida credibile, anche il miglior sistema di guida perde mordente.
Sistema di Classi e Progressione: Un’Occasione Mancata
GT7 non offre un vero e proprio sistema di classi o specializzazioni per il giocatore. La progressione è legata principalmente all’acquisizione di nuove vetture e al completamento di eventi, ma manca una struttura che premi lo stile di guida o la padronanza di specifiche categorie. Un sistema di licenze avanzato, che sblocchi abilità o vantaggi in base alla performance, potrebbe aggiungere profondità e motivazione.
Inoltre, la mancanza di una modalità carriera più articolata, con team, sponsor e obiettivi a lungo termine, rende l’esperienza meno immersiva. Il giocatore è un’entità astratta, senza identità o percorso. In un gioco che celebra la cultura automobilistica, questa assenza è sorprendente.
Multiplayer: Un Motore Che Non Decolla
Il comparto online di GT7 è solido ma privo di ambizione. Le gare online funzionano, ma l’interfaccia è macchinosa, e la gestione degli eventi è poco intuitiva. La mancanza di un sistema di matchmaking più sofisticato, basato su abilità e comportamento, limita l’esperienza competitiva. Inoltre, l’assenza di cross-play con altre piattaforme è un ostacolo evidente.
Un’espansione del multiplayer, con campionati stagionali, classifiche globali e modalità cooperative, potrebbe trasformare GT7 in un ecosistema vivo e pulsante. Al momento, il gioco sembra più interessato a offrire una vetrina che una vera arena competitiva.
Conclusione: Un’Opera Incompiuta
Gran Turismo 7 è un titolo che trasuda passione, ma inciampa sulla soglia dell’eccellenza. La sua attenzione al dettaglio, la cura per la cultura dell’auto e la qualità della simulazione di guida sono indiscutibili. Ma questi pregi convivono con difetti strutturali che ne limitano l’impatto. La mancanza di innovazione visiva durante il gameplay, l’assenza di una versione PC, una IA poco convincente e un comparto contenutistico che non regge il confronto con la concorrenza, rendono GT7 un’esperienza affascinante ma frustrante.
Polyphony Digital ha creato un gioco che guarda indietro con amore, ma che fatica a guardare avanti con coraggio. Per una saga che ha definito il genere, questo non è abbastanza. GT7 è un retread nostalgico, elegante ma timido, che ha bisogno di una sterzata decisa per tornare a essere il punto di riferimento che una volta era.
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